mercoledì 18 maggio 2016

Squier Telecaster: la mod imprescindibile

Le politiche commerciali di una multinazionale non sono per me una materia così ostica avendo avuto per qualche anno una particina nel metterle a punto lavorando per alcune di tali aziende. Questo non mi impedisce tuttavia di esprimere qualche riserva in qualità di utente nei casi in cui un prodotto mostri (a mio giudizio) delle pecche.

Nello specifico, non ho mai apprezzato il fatto che le Telecaster della seria Affinity commercializzate da Squier vengano proposte prive di una caratteristica che per una Tele è di primaria importanza, ovvero le corde passanti attraverso il corpo. E' vero che si tratta di un modello entry level, comprendo l'esigenza di non cannibalizzare le linee di strumenti di fascia superiore; il fatto è che nello stesso range di prezzo, è possibile acquistare strumenti di pari qualità con marchio diverso che invece offrono quella "feature". Trattandosi comunque di materiale prodotto in China faccio fatica a credere che su larga scala siano 6 fori in più con le relative boccole ed il ponte a spostare in maniera significativa i costi.

Ad ogni modo, se la politica di mamma Fender è quella meglio per me, dato che mi ha offerto il destro per provare ed in seguito proporre a chi sia interessato, la realizzazione della modifica alla Tele Affinity per dotarla appunto del passaggio attraverso il body, così come documentato in questo post.

Prima di procedere all'operazione ho cercato parecchio in rete per verificare ciò che altri hanno già sperimentato prima di me. Trattandosi di lavorare su uno strumento economico volevo una soluzione che fosse rapida e non richiedesse una strumentazione e dei costi eccessivi in termini di strumentazione necessaria ed impiego di manodopera.

La mia indagine preliminare mi ha convinto che fosse accettabile un compromesso tra precisione strumentale ed investimento in attrezzatura rappresentato da questo accrocchio:


Nella sua semplicità questa guida nella quale alloggiare il trapano per praticare i fori mi ha tolto dall'impasse di non poter utilizzare il mio trapano a colonna (il body della chitarra fisicamente non consente di arrivare in verticale a forare nel punto esatto); allo stesso tempo non ho dovuto vendere un rene per venire a capo del problema. Per lavorazioni su corpi di maggiore pregio sto preparando un attrezzo un pò più elaborato e professionale basato su una guida a colonna posta su due piani in legno paralleli tra i quali infilare il body: il piano superiore sarà di larghezza minore in modo da permettere alla punta di arrivare a forare esattamente dove necessario. Non è una mia idea, ma bisogna pur ispirarsi...



Tornando alla nostra Telly, ho praticato dapprima i fori partendo dal lato superiore. In rete ho trovato testimonianze di chi ha fatto la stessa operazione con punte da 3, io mi sono fermato a 2,5. Tutti mettono in guardia contro il rischio, o meglio la quasi certezza di non riuscire a mantenere un perfetto allineamento verticale dei fori. Purtroppo, come risulterà evidente anche dagli scatti che pubblicherò più oltre, devo confermare anch'io che in assenza di una dima l'esito è scontato.



Lavorando sul retro ho poi ripreso i fori per allargarli in modo da alloggiare le boccole. Per il set che avevo io mi è bastata una punta da 6,5.



Ed ecco qua il risultato finale: allineamento non perfetto (non sembri una scusante, ma ho visto qualcosa di molto simile anche su altre Tele di produzione industriale eh...) ma lavoro senza sbavature e perfettamente funzionale.


E questa è la chitarra nel suo look definitivo. Alla prossima!

martedì 9 febbraio 2016

Più Fender delle Fender

Il post di oggi non è di supporto alla vendita, piuttosto di sostegno ad una tesi che ho trovato espressa anche da altri internauti chitarristi e che più o meno si può riassumere in questo modo: per trovare l'espressione massima delle intuizioni di Leo Fender occorre cercare degli strumenti che non esibiscono l'omonimo logo sulla paletta.

A sostegno di questa affermazione, apparentemente stravagante, posto qui sotto un paio di scatti di un modello G&L F 100, purtroppo non di mia proprietà e gentilmente prestatami dall'amico Alchimista, un autentico macigno di mogano e acero in grado di schiantare le spalle più robuste dopo il secondo pezzo.




Si tratta di un modello dei primi anni '80, frutto dell'iniziativa di Leo Fender e George Fullerton (la storia della G&L è abbastanza nota e facilmente rintracciabile in rete) che racchiude tutte quelle innovazioni o "messe a punto" di dettagli già visti, per le quali mi schiero tra coloro che giudicano le Stratocaster e le Telecaster G&L apprezzabili e talora preferibili per rapporto prezzo/qualità rispetto a "Colei che non deve essere nominata".

Il primo plauso va al ponte tremolo, da sempre grande imputato quando si parla di Strato in conseguenza della difficoltà a mantenere l'accordature quando si faccia uso intensivo della leva. Il tremolo della G&L supera lo stress-test, su questo come anche sugli esemplari Tribute e di altre serie che ho potuto testare di persona.

L'elettronica è un piccolo capolavoro e testimonia come non sia mai cessata la voglia di sperimentare e provare nuove combinazioni di suoni, senza rimanere ingabbiati negli schemi consolidati. I pickup sono due humbucker Magnetic Field Design della stessa G&L, pilotati da un selettore a 3 posizioni al quale sono stati aggiunti 2 switch per consentire sia lo split delle bobine che l'inversione di fase. Il risultato è un suono grosso (mogano+humbucker) abbastanza modulabile e piacevolissimo da plasmare.

Finisco con due parole sul manico, caratterizzato da una raggiatura più piatta e dalla tastiera con fret medium jumbo a beneficio del bending.

Criticabile per il peso e per la linea della paletta, non proprio azzeccatissima, la F 100 è una chitarra con una trentina d'anni abbondante sulla groppa, se li porta benissimo ed è molto fortunato il suo proprietario ad averla incontrata lungo il cammino.

Buona musica e grazie per essere arrivati fino in fondo!









venerdì 11 dicembre 2015

Fender Bullet Made in U.S.A (Fullerton 1981-82)

Oggi voglio parlare della Fender Bullet, una chitarra che ricorda la Duo Sonic, progettata da John Page e pensata come strumento da studio per sostituire i modelli Mustang e MusicMaster in procinto di uscire di produzione (sto traducendo e adattando da Wikipedia eh, non sono così colto di mio).

Ne furono prodotte più versioni, quella di cui sono al momento un fortunato possessore è quella del 1982, caratterizzata dal doppio cutaway del corpo in stile Stratocaster e da un manico in acero più piccolo rispetto alla versione 1981, pur mantenendo la paletta Telecaster.




Se non ho male interpretato le informazioni raccolte, il modello a cui si riferiscono le foto è il DeLuxe (S-2), riconoscibile per il battipenna in plastica bianca e ponte hardtail separato in metallo, con sellette singole. La versione Standard, più economica, aveva invece un ponte ricavato piegando all'insù la parte terminale di un battipenna in lamierino.


Made in USA - Serial Number E114782
Le condizioni di questo esemplare sono ottime, qualche segno di utilizzo sui tasti, ma sarebbe strano il contrario. Non ho trovato molte informazioni sulla coppia di single coil governati da uno switch a 3 posizioni. In compenso qualla incredibile miniera di dati che è TDPRI mi fa sapere che esiste anche un Fender Bullet Fan Club al quale partecipano centinaia di possessori in tutto il mondo non escluso lo stesso John Page, che tenne per sè la numero 001 realizzata con body Page Pink e hardware dorato, andata perduta da neonata a causa di un incendio occorso al laboratorio!




Per ora è tutto, ogni commento sarà benvenuto.

mercoledì 28 ottobre 2015

Sulle orme di George Gruhn - I Parte

Per una serie di concause che qui sarebbe troppo lungo riepilogare mi ritrovo a dover vivisezionare una Stratocaster passando sotto la lente di ingrandimento ogni singola parte che la compone e mettendo in evidenza i dettagli o le discrepanze tra ciò che si trova sul tavolo operatorio e ciò che invece vi si dovrebbe trovare se fossimo in presenza di uno strumento originale Fender.

Figura 1

La prima foto mostra ciò che mi si è parato davanti agli occhi non appena aperto l'imballo. Una rapida disamina e una veloce occhiata alla paletta ed al numero di serie sono stati sufficienti a far suonare numerosi campanellini di allarme nella mia testa ed a far affiorare veloce il ricordo di una recente discussione sul gruppo FB di Liuteria & Co.




La chitarra mi è stata descritta come assemblata intorno ad un manico Fender Highway. Non mi ricordo di Highway made in USA con il palettone, vedo una verniciatura pesantemente glossy dove mi aspetterei di trovare una finitura nitro molto leggera. Sulla parte anteriore noto immediatamente la nota stonata dell'abbassacorde dorato, totalmente fuori linea dal punto di vista estetico. Il logo è assai poco convincente, il profilo giallognolo mi sembra lontano dall'originale. Le meccaniche sono delle Schaller, il cantino è pure fuori posizione ma si sposta forzandolo con le dita (il che denuncia un foro allargato o malfatto).


Figura 4

Il capotasto e la zona intorno al truss rod aggiungono interrogativi: il canale di accesso è mangiucchiato, a monte del capotasto è stato incollato un traversino in legno e vi sono segni ai lati del capotasto evidentemente lasciati da chi ha tolto il capotasto originalmente installato. Ho l'impressione che l'operazione abbia prodotto dei danni poi riparati nel modo che si vede in foto 4.


Termino l'analisi del manico rilevando che 1) la neckplate nera con guarnizione in gomma sottostante non è coerente,


e 2) che manca sul tacco del manico la classica etichetta che Fender pone sui propri manici con relative firme/timbri del controllo qualità. I fori per le viti sono grossolani. Insomma, per me questo ha elevatissime probabilità di non assomigliare ad un manico originale Fender Made in USA.

L'analisi del body è, se possibile, ancora più sconfortante. Dovrebbe trattarsi secondo il proprietario, di un body Made in Mexico. Per prima cosa tolgo il battipenna, un monostrato a 8 fori del tutto simile a quelli montati sulle Squier Affinity che mi fanno compagnia mentre scrivo;

Figura 7

Figura 8

Mi cadono letteralmente le braccia quando estraggo le viti usate per fissare il battipenna e visibili in figura 8. Sono lunghe quasi 3 volte le viti normali!!! Ma da dove arrivano?

La figura 7 invece mi permette di evidenziare che il pickup al manico è fissato nella parte sinistra rispetto all'asse di simmetria guardando verso la paletta, con una vite con testa a taglio, dettaglio orribile alla vista.

Figura 9

Tolto il battipenna riscontro la mancanza dei consueti incavi di forma circolare che solitamente si trovano sui body Fender messicani all'altezza dei pickup manico/middle sulla spalla inferiore. Il vano elettronica appare schermato, ma non mi pare vi sia traccia del codice a barre (di solito M seguito da un numero) che dovrebbe invece essere presente.

Rimangono da esaminare elettronica e ponte.

- fine I parte -

domenica 2 agosto 2015

Assemblare una Squier intorno ad un manico

Ho avuto la fortuna di acquistare un manico originale Squier Made in Japan, la data sul tacco dice 1984. E' un manico che non è stato praticamente mai usato, completo delle meccaniche originali marchiate, con il "bullet" per la regolazione del truss rod ed il palettone anni '70.





Che fare di un oggetto così bello e dal valore economico non trascurabile?

Avevo in casa una Squier Vintage Modified acquistata nel 2014 e pochissimo utilizzata, rientrata ad un amico passato ad altro modello. Colore vintage white, condizioni pari al nuovo. Ed ecco l'idea di fare un modello che senza essere una replica si avvicinasse all'idea della Blackmore. Al manico ho montato un Quarter Pound della Duncan ed al ponte un I-Spira Duplo di Luca Villani, per il cablaggio mi sono affidato come spesso faccio al fido AndBad. Tramite un push-pull montato sul volume è possibile il coil-tapping del pickup al ponte.

Ed ecco la chitarra pronta, corde montate e test effettuato.





martedì 30 giugno 2015

Squier Koreane: un pò di ripasso

Ho da poco messo in vendita una Squier Stratocaster Made in Korea e come sempre, prima di pubblicare l'inserzione sui soliti siti di e-commerce, ho verificato le informazioni disponibili circa la data di produzione. Trattandosi di un argomento ricorsivo e dal momento che molte informazioni sono disponibili soltanto in lingua inglese, ho pensato di scriverci un post; un promemoria utile a me in primis, come ripasso, e magari anche a qualcuno a caccia delle medesime notizie.


Come molte altre Aziende del settore, Fender decise di avviare una produzione di strumenti musicali in Korea sul finire degli anni '80. Come per ogni produzione si pose il problema dei numeri di serie ma, nonostante anni di esperienza pregressa, non si può dire che nell'occasione siano stati rispettati criteri di ordine e rigore logico. Fino alla metà del 1993 non risulta (per ammissione delle stessa Casa produttrice) che esista un archivio digitale dei numeri di serie utilizzati per le chitarre. Alcuni numeri sono preceduti da lettere, altri non lo sono.

Il primo criterio discriminante che si può identificare è quello che assume come riferimento (dove presente) il carattere alfabetico che precede il numero:

S = Samick - di solito seguito da 6 cifre la prima delle quali identifica l'anno di produzione
E = Young Chang - di solito seguito da 6 cifre
E = Sung-Eum - di solito seguito da 6 cifre

Young Chang (le mie preferite) nel lasso di tempo compreso tra il 1987 ed il 1988 utilizzò la cifra 1 dopo la lettera per indicare il primo anno di lavoro; la cifra 2 per il secondo. In seguito passò a E0 per indicare il 1990 seguendo un criterio di progressività dei numeri di anno in anno, generando subito confusione dato che per il 1991 si ripresentava la necessità di usare la sigla E1 già vista in precedenza. In casi dubbi ci potrebbe aiutare il tipo di inchiostro usato per i numeri, inizialmente silver, dal 1989-90 invece nero.



Quanto sopra ancora non mi aiuta a datare la mia Squier Korea, dal momento che il suo numero di serie di 6 cifre non è preceduto da alcuna lettera. Ciò che ho trovato in rete è che furono prodotte agli albori dell'avventura koreana dei modelli con seriale composto di soli numeri, 6 o 7 o addirittura 8 cifre delle quali la prima identificherebbe l'anno di produzione. Nel mio caso si tratterebbe del 1987, con qualche perplessità dovuta al fatto che quasi ovunque si sostiene che la produzione sia iniziata nel 1988. Forse un modello tra i primissimi? Ad ogni modo si possono trovare chitarre coreane con seriale privo di lettera prodotte fino al 1996.



Possiedo questa chitarra da diversi mesi, l'ho utilizzata diverse volte per delle prove comparative con le blasonate sorelle Fender Made in Mexico. Lo stato di conservazione è ottimo, non presenta danni da caduta o distacchi di vernice. Il manico è scorrevole ed i tasti non sono usurati.





Non ho voluto apportare alcuna modifica alla configurazione originale. Anche le meccaniche non sono state toccate, fanno bene il loro lavoro e tengono brillantemente l'accordatura.

In un prossimo post proseguirò con la disamina dei numeri seriali adottati per le Squier Korea a partire dal 1993, quando finalmente fu deciso di fare un poco di ordine e la produzione passò a Cort (Kor-Tech) ed a Sungham.

domenica 17 maggio 2015

Fender Stratocaster messicane a go-go

Questo è un post di supporto alla vendita di alcune mie Stratocaster messicane, il riferimento è all'annuncio pubblicato su Mercatino Musicale con il codice #4156344Dato che lo spazio è limitato e che la descrizione insieme alle immagini richiede invece dettaglio e precisione, ho pensato di raggruppare qui foto e caratteristiche sperando di agevolare chi fosse interessato all'acquisto. A tutti buona visione.

1) Fender Stratocaster MiM Black MN - Gilmour Style - in vendita a € 380,00=


Battipenna 1-ply Made in Japan con film protettivo ancora da togliere

Seriale MZ 7100050 - Ensenada Plant (Fender), Mexico 2007-2008

Elettronica Mexico Standard



Chi fosse interessato a realizzare una replica della chitarra del grande David Gilmour connotata da un maggiore grado di fedeltà all'originale, potrebbe farlo utilizzando in primo luogo un kit come quello che si vede qui sotto:

Il kit non è incluso nella vendita della chitarra. Se qualcuno fosse interessato ne ho un paio disponibili.

La staffa si aggancia ai potenziometri e consente di montare il Magic Switch in posizione ribassata, lasciando spuntare dal battipenna soltanto la capocchia della levetta.

2) Fender Stratocaster MiM Agave Blu MN - in vendita a € 380,00=



E' una chitarra dal colore poco comune, molto bello. Il vano elettronica è stato schermato con vernice alla grafite.

Il ponte è un Wilkinson a 6 sellette con blocco inerziale "FAT"



Il body presenta un unico difetto, come visibile nella foto
Nessuna modifica all'elettronica.

3) Fender Stratocaster MiM OWT 50 Anniversario RW Light Relic - in vendita a € 350,00=

L'alone circolare è un residuo lasciato dall'adesivo applicato dal negozio di strumenti musicali, lo sto togliendo pian piano

Ho lasciato in vista il blocco inerziale fat, la backplate originale è inclusa


Relic sulla spalla superiore della chitarra


4) Fender Stratocaster Mim Daphne Blue RW - in vendita a € 395,00= Disponibile anche con JB al ponte con aggiunta di 40 euro.

Il body di questa chitarra è un Classic '50 in condizioni pari al nuovo. Il manico originale è stato sostituito con un manico Warmoth (USA) di categoria superiore, con tastiera in palissandro.



Nella tasca del manico si legge chiaramente il timbro con la data di produzione


5) Fender Stratocaster MiM Candy Apple Red MN - in vendita a € ---,00= in preparazione