domenica 19 maggio 2013

Non di solo Strato vive il chitarrista...

La mia indole "Fenderista" è certamente frutto più delle circostanze che di una scelta precisa. E' semplicemente accaduto che con le Stratocaster si sia sviluppato un feeling naturale. Ma amare le bionde non significa certo disprezzare le more o le rosse anche se con le Les Paul il rapporto è più complesso, diciamo che devo ancora capirle bene. Quel manico cicciotto e quel peso da reggere ancora non li ho digeriti del tutto.

Un paio di Les Paul meritevoli di menzione le ho avute:

Epiphone Les Paul Prophecy

La prima è stata una Les Paul Prophecy GX dal bellissimo colore rosso marezzato; i suoi punti forti erano i pickup Dirty Fingers di casa Gibson e la tastiera in ebano (il legno che preferisco per la fretboard).

Oggi non è più con me. A farmi compagnia invece c'è un'altra Les Paul di quelle "toste" ovvero una Custom Pro, sempre Epiphone, in colorazione Ebony.


Per comprendere che cosa la differenzi dalla Custom normale è stato necessario studiare un poco; alla fine ne è risultato che le caratteristiche peculiari sono rappresentate dal top in acero e dai pickup ProBucker, realizzati secondo le stesse specifiche dei PAF e BurstBucker originali ed utilizzabili anche in modalità coil tapping grazie ai potenziometri push/pull.


Triplo binding su paletta e body

Seriale e meccaniche Grover

Un bel pezzo di mogano ragazzi!


Ho trovato moltissimi commenti sul web che esaltano questa Les Paul mettendo in evidenza il rapporto prezzo/prestazioni rispetto alla più prestigiosa e costosa sorella Gibson. Non sono in grado di aggiungere il mio contributo perchè non ho ancora avuto la possibilità di provare a lungo una Gibson; posso dire che questa Custom Pro spinge moltissimo se si mette vigore nelle pennate, esprime il meglio collegata ad ampli con i controc...i e forse riuscirà a farmi passare l'idiosincrasia per questi manici che sembrano congiurare per farmi sentire a disagio.

mercoledì 15 maggio 2013

PRS: Perfetta, Rossa, Stupenda

Mentre Robben Ford mi suona una colonna sonora da brividi (in sottofondo ho Riley B. King, una ballad meravigliosa), mi viene da pensare che gli strumenti musicali e le chitarre in particolare hanno una caratteristica tra le tante che le rende uniche.

Si, perchè succede che ogni 3x2 ci si innamora di una nuova bellezza, delle cotte spaventose che possono esaurirsi nell'arco di poche settimane e lasciar spazio a nuove infatuazioni. Ed il bello è che tutto questo accade senza che si debba rischiare l'accoltellamento o un caffè "corretto" servito dalla propria moglie/fidanzata/amante ufficiale!

Va bene, siamo a maggio, primavera inoltrata, stagione degli amori per chi ci crede. Io ho perso la testa per una nuova bambina, come quasi sempre arrivata casualmente ma candidata a restare per sempre.

E' una PRS, marchio famoso ed irraggiungibile dati i prezzi delle celebrate Custom. Ovviamente parliamo del modello SE Custom a 24 tasti, ovvero la piccina di famiglia, in livrea Transparent Orange.


E tuttavia le caratteristiche che hanno fatto grande il nome di Paul Reed Smith ci sono tutte. La cura dei particolari non è eguagliata da nessuna delle chitarre che ho avuto per le mani di recente. Il suo primo proprietario ha avuto la gentilezza di dotarla di meccaniche in nickel autobloccanti e di sostituire i tasti con dei medium jumbo che mi sembrano in acciaio. Ha un sustain da paura !!!

Il top in acero fiammato e la paletta con la medesima finitura delimitano il volo degli uccelli intarsiati nel palissandro della tastiera, il manico è sottile e abbastanza piatto, un invito alla velocità (Troy Stetina, dio delle speed mechanics aiutami).

Domine non sum dignus, da lunedi si torna a studiare duro.


mercoledì 8 maggio 2013

Ibanez Musician d'annata

Le Ibanez della serie Musician fecero la loro prima apparizione nel catalogo del 1978 anche se i primissimi modelli furono realizzati già a partire dall'anno precedente, il 1977.

Si tratta di chitarre meno note rispetto alla serie Artist, pur collocandosi tra le più belle mai realizzate da Ibanez. I primi esemplari furono realizzati a mano con una tecnica costruttiva che prevedeva l'impiego di vari strati di legno, cosa che conferisce il tipico look.

 
Le informazioni riportate sono state liberamente tradotte da  Ibanez Wiki (All Rights Reserved)
Le Ibanez Musician costituiscono la naturale evoluzione della serie Artist, in particolare dei 2 modelli 2700 e 2710 introdotti nello stesso anno. Tutte queste chitarre si distinguono per una caratteristica costruttiva, vale a dire il neck-thru-body: dalla punta della paletta al fondo del body lo strumento è composto di un unico pezzo di legno al quale sono aggiunte le ali laterali. Lo si nota perfettamente dalle foto ed è inutile sottolineare quali vantaggi dal punto di vista del suono questo tipo di costruzione comporti.

Di passaggio presso il mio Ostello per Chitarre Vagabonde in questi giorni si trova una di queste meraviglie, una Musician MC150 del 1981 Made in Japan come si evince dalla "firma" riportata sulla plate posteriore.

"Built by the proud people of Ibanez Japan"


Originariamente di colore dorato questa chitarra è stata sverniciata dal precedente unico proprietario e rifinita con vernice trasparente nitro. I legni sono acero e noce per il body, palissandro scuro per la tastiera a 24 fret. La chitarra è schermata e conserva i cablaggi d'epoca. Monta una coppia di humbucker Duncan Designed. Il massiccio ponte è stabilissimo ed è dotato di sellette in ottone.






Il numero di serie risulta ancora parzialmente leggibile

Il vero scempio il precedente proprietario lo ha compiuto nei confronti della paletta: preso da un accesso di furore iconoclasta ne ha modificato la sagoma ("... non mi piaceva...", te possino...) deturpando un vero gioiellino della liuteria industriale con gli occhi a mandorla.

Si nota perfettamente la linea del "neck-thru-body"

A parziale lenimento del dolore va rimarcato che la chitarra suona divinamente ed è corredata dalla sua custodia rigida di pari epoca (in condizioni appena decenti, ma di grande impatto visivo).