mercoledì 15 maggio 2013

PRS: Perfetta, Rossa, Stupenda

Mentre Robben Ford mi suona una colonna sonora da brividi (in sottofondo ho Riley B. King, una ballad meravigliosa), mi viene da pensare che gli strumenti musicali e le chitarre in particolare hanno una caratteristica tra le tante che le rende uniche.

Si, perchè succede che ogni 3x2 ci si innamora di una nuova bellezza, delle cotte spaventose che possono esaurirsi nell'arco di poche settimane e lasciar spazio a nuove infatuazioni. Ed il bello è che tutto questo accade senza che si debba rischiare l'accoltellamento o un caffè "corretto" servito dalla propria moglie/fidanzata/amante ufficiale!

Va bene, siamo a maggio, primavera inoltrata, stagione degli amori per chi ci crede. Io ho perso la testa per una nuova bambina, come quasi sempre arrivata casualmente ma candidata a restare per sempre.

E' una PRS, marchio famoso ed irraggiungibile dati i prezzi delle celebrate Custom. Ovviamente parliamo del modello SE Custom a 24 tasti, ovvero la piccina di famiglia, in livrea Transparent Orange.


E tuttavia le caratteristiche che hanno fatto grande il nome di Paul Reed Smith ci sono tutte. La cura dei particolari non è eguagliata da nessuna delle chitarre che ho avuto per le mani di recente. Il suo primo proprietario ha avuto la gentilezza di dotarla di meccaniche in nickel autobloccanti e di sostituire i tasti con dei medium jumbo che mi sembrano in acciaio. Ha un sustain da paura !!!

Il top in acero fiammato e la paletta con la medesima finitura delimitano il volo degli uccelli intarsiati nel palissandro della tastiera, il manico è sottile e abbastanza piatto, un invito alla velocità (Troy Stetina, dio delle speed mechanics aiutami).

Domine non sum dignus, da lunedi si torna a studiare duro.


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